Mattioli, che amava la val di Non già 500 anni fa
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La rappresentazione della Val di Non in cartografia ha una fortuna tutta particolare legata all’amore di un toscano del Cinquecento per questo territorio .
Nel 1527 Bernardo Clesio chiamò in Trentino Andrea Mattioli, medico botanico senese il quale, dopo un primo periodo alla corte di Trento si trasferì a Cles. Innamorato della bellezza della zona svolse qui la sua attività di ricerca e studio per un certo tempo.
A Mattioli si deve una particolare raffigurazione geografica delle valli di Non e di Sole che è unica per più di una ragione. L’attribuzione al Mattioli non è stata subito chiara, ma a oggi, comunemente riconosciuta e si pensa che potrebbe essere ascritta al periodo di soggiorno del Mattioli a Cles, tra il 1527 e il 1542.
Il territorio è rappresentato in modo inusuale, in maniera prospettica dalla parte inferiore. I dettagli naturali sono ingranditi tanto che, rocce, animali e piante, sono tutti perfettamente riconoscibili.
Un computo incrociato delle distanze di punti ben specificati e limitati alla parte valliva ha portato a definire una scala disomogenea che però si può approssimativamente attestare tra 1:60.000 e 1:65.000.
Il dettaglio ottenuto con un rapporto scalare da carta topografica è piuttosto eccezionale. Il dato è da primato se si considera che si tratta di un manufatto cinquecentesco mentre di solito, carte con caratteri simili sono settecentesche.
Mattioli mostra tutta la sua curiosità e attenzione per gli aspetti fisici e biologici del territorio.
I fiumi sono disegnati in maniera rigida e seguono un percorso un po’ innaturale tanto che appare chiaro non ci sia una vera e propria caratteristica topografica.
Gli abitati, i castelli e le chiese sono rappresentati in modo sintetico, le attività e gli aspetti ritenuti interessanti vengono indicati con descrizioni scritte, come per esempio Qui si cava l’argento. La rappresentazione della natura descrive con efficacia sia i boschi che le singole essenze (latifoglie e aghifoglie). Gli animali sono spettacolari, ci sono 5 orsi, 1 camoscio, 4 cervi, uno stambecco, due linci, un bue e un uccello.
L’eccezionalità della carta del Mattioli sta anche nel fatto che venne utilizzata come elemento di riferimento per la composizione di un tassello della carta Transpadania di Ignazio Danti (1580-1581) nella Galleria delle Carte Geografiche del Vaticano.
La carta manoscritta del Mattioli si trova al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck e la Biblioteca Comunale di Trento ne ha una copia fedele. Un disegno a penna di dimensioni 42,5 cm X 66,5 cm, ne esiste anche una versione stampata di dimensione leggermente maggiore.
Credits: per le immagini ringraziamo l’architetto Fabio Bartolini