6 rifugi del Catinaccio, scopri le Dolomiti da una finestra tra i monti

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Paesaggi che tolgono il fiato e itinerari un po’ per tutti i gusti, il Gruppo del Catinaccio è uno di quei posti che vale la pena esplorare. E sono almeno 6 i rifugi del Catinaccio che dovresti proprio scoprire, immersi in scenari dolomitici che non si faranno dimenticare facilmente.

Il rifugio è una di quelle mete che non può mai mancare tra i programmi dell’estate in montagna. E in quanto a rifugi in Trentino Alto Adige c’è l’imbarazzo della scelta, le possibilità per godersi un’escursione indimenticabile sono davvero tantissime. Perché il rifugio può essere semplicemente la meta di un’uscita in giornata, ma anche il punto d’appoggio per un trekking di più giorni, per una salita o scalata in vetta.

Il gruppo del Catinaccio – Rosengarten

Formazioni di roccia spettacolari che superano i 2500 metri, fino ad arrivare ai 3004 metri del Catinaccio d’Antermoia, la vetta più alta del massiccio. Il Catinaccio (Rosengarten in tedesco) è uno dei gruppi dolomitici del Trentino Alto Adige e si trova proprio al confine tra le due province, stretto tra la Val di Fassa a est e Nova Levante e la Val di Tires a ovest.

In quota tra montagne che sembrano come di un altro pianeta, questo è un posto che vale davvero la pena scoprire e che merita anche più di un’escursione. Ci sono molti rifugi in questa zona, indispensabile appoggio per alpinisti e arrampicatori che la frequentano, ma che possono essere anche una meta perfetta per escursionisti.

Se stai cercando quello che diventerà la tua prossima meta, tra questi 6 rifugi del Catinaccio potresti trovare proprio quel che fa al caso tuo.

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Rifugio Alpe di Tires – Schutzhaus Tierser Alpl

Col il suo inconfondibile tetto rosso, il rifugio Alpe di Tires si trova a 2440 metri di altitudine tra i due massicci dello Sciliar e del Catinaccio. Trovandosi all’incrocio tra Val di Fassa, Alpe di Siusi e Val di Tires è in una posizione che si può dire strategica per diversi tipi di itinerario e può essere anche tappa o punto di partenza per bellissime traversate e trekking di più giorni.

Come si raggiunge

Per la sua particolare posizione ci sono molte vie per raggiungere il rifugio Alpe di Tires: dall’Alpe di Siusi, località Compaccio/Compatsch (1844 mt) attraverso il sentiero n. 2 (2 ore e mezza circa); da Tires, salendo la val di Ciamin e il buco dell’Orso attraverso il sentiero n. 3 (circa 3 ore e mezza); da Campitello di Fassa, salendo la val Duron (circa 3 ore e mezza); dal Passo Sella (circa 4 ore).

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Rifugio Bergamo – Grasleitenhütte

Il rifugio Bergamo si trova a 2134 metri di altitudine, in cima alla stretta e un po’ selvaggia Val Ciamin ed è uno dei rifugi storici della zona. Può essere la meta di una camminata in giornata risalendo la Val Ciamin da Tires, ma anche punto di partenza o d’appoggio per bellissime traversate o scalate sulle cime che circondano il rifugio.

Come si raggiunge

Si può arrivare al rifugio Bergamo risalendo la Val Ciamin da Tires: si segue il sentiero n. 3 e poi 3A che risale la valle partendo poco sopra l’abitato di San Cipriano (circa 3 ore). Ma si può raggiungere il rifugio anche arrivando da est attraversando il passo Molignon (2597 m) o il passo Principe (2601 m).

Tra i vari itinerari possibili si può partire dall’Alpe di Siusi, passando dall’Alpe di Tires (sent. n.2), salendo al passo Molignon per scendere quindi al rifugio (circa 3 ore e mezza). Oppure dalla Val di Fassa, da Pera o da Vigo si sale fino alla località Gardeccia e da qui si prosegue per il Passo Principe sul sentiero n. 546/584, per poi scendere al rifugio lungo il sentiero n. 11 (dal Gardeccia circa 3 ore e mezza).

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Rifugio Antermoia

Il rifugio Antermoia si trova a 2496 metri di altitudine, ai piedi della Torre e della Croda del Lago e a pochi metri dallo spettacolare lago di Antermoia. Tra i rifugi del Catinaccio, l’Antermoia è quello più spostato verso est, raggiungibile in giornata dalla Val di Fassa seguendo molti itinerari diversi, può anche essere un ottimo punto di partenza per ascese e escursioni di vario livello.

Come si raggiunge

Dal versante della Val di Fassa ci sono diversi itinerari possibili per raggiungere il rifugio Antermoia. Attraverso la Val Duron (che si risale anche in bus da Campitello di Fassa) dal rifugio Micheluzzi si risale il vallone, si prende il sentiero 578, poi il 580 fino al Passo Dona (2516 m) e da lì si arriva al rifugio (circa 3 ore).
Da Campestrin o da Fontanazzo si risale la Val Dona lungo il sentiero 577 per poi prendere il 580 per il Passo Dona ( circa 4 ore). Da Mazzin, si risale la Val de Udai seguendo il sentiero 580, per arrivare sempre al Passo Dona (circa 3 ore e mezza). Da Pèra risalendo la valle del Vajolet, dal Gardeccia si segue il sentiero 546 fino al Rifugio Vajolet, proseguendo sul 584 fino al Passo Antermoia e poi al rifugio (circa 4 ore).

È possibile anche raggiungere il rifugio Antermoia con un itinerario più lungo partendo dall’Alpe di Siusi, oppure da Tires risalendo la Val Ciamin passando per il rifugio Bergamo.

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Rifugio Passo Principe – Grasleitenpasshütten

Il rifugio Passo Principe si trova proprio in corrispondenza dell’omonimo passo a 2601 metri di altitudine. Questo rifugio affascinante perché costruito al riparo di una roccia si trova nel cuore del Catinaccio ai piedi della cima più alta del gruppo. Il rifugio Passo Principe è infatti il punto di partenza ideale per la via ferrata che porta a raggiungere i 3000 metri della vetta del Catinaccio d’Antermoia.

Come si raggiunge

Trovandosi proprio nel cuoro del gruppo, si può raggiungere il rifugio Passo Principe sia dal versante trentino che altoatesino. Dalla Val di Fassa partendo da Pera si risale la valle del Vajolet per arrivare al Gardeccia (ci sono bus che portano al Gardeccia, oppure si può salire in quota con gli impianti da Vigo di Fassa fino a Ciampedie e da lì seguire il sentiero pianeggiante 545). Quindi dal Gardeccia si segue la strada sterrata (546) che porta ai rifugi Preuss e Vajolet e da lì si prosegue nell’ampio vallone fino al rifugio Passo Principe (dal Gardeccia circa 2 ore e mezza).

Da Tires si segue lo stesso itinerario che porta al rifugio Bergamo (da sopra l’abitato di San Cipriano il sentiero n. 3 e poi 3A che risale la val Ciamin) e si prosegue salendo sul sentiero ghiaioso fino al Passo Principe lungo il sentiero n. 11 (circa 4 ore e mezza/5 ore).

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Rifugio Vajolet

Il rifugio Vajolet si trova a 2243 metri di altitudine nella conca del Vajolet, proprio ai piedi delle spettacolari torri del Vajolet. Punto di partenza ideale per molte scalate e vie ferrate sulle cime che lo circondano, ma anche per escursioni più facili.

Come si raggiunge

Il rifugio Vajolet si può raggiungere partendo dalla Val di Fassa seguendo diversi itinerari. Da Vigo di Fassa si sale con gli impianti fino a Ciampedie, si prende quindi il sentiero pianeggiante 545 che porta fino al rifugio Gardeccia, e da lì su strada sterrata (546) fino al Vajolet (circa 1 ora e 40). Oppure da Pera si sale in bus fino al Gardeccia, e da qui si prosegue per il rifugio Vajolet sullo stesso percorso (circa 1 ora).  Si può arrivare al rifugio Vajolet anche seguendo gli itinerari descritti sopra, passando per il rifugio Passo Principe o il rifugio Antermoia.

Si arriva al rifugio Vajolet anche partendo dal passo Costalunga, passando per il rifugio Roda di Vael e da lì proseguendo sul sentiero 541 per il Passo Cigolade. (dal Roda di Vael circa 2 ore e mezza).

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Rifugio Re Alberto Primo – Gartlhütte

Il rifugio Re Alberto Primo si trova a 2621 metri di altitudine nella conca del Gartl tra alti bastioni di roccia veramente spettacolari. La vista del rifugio con alle spalle le torri del Vajolet è una delle più suggestive del Catinaccio, che non a caso oltre a tanti escursionisti e amanti dell’arrampicata attira anche molti fotografi. Il rifugio Re Alberto Primo può quindi essere una meta particolare per il paesaggio spettacolare in cui si trova, oppure punto di partenza per moltissime vie sulle cime che lo circondano.

Come si raggiunge

Dal versante della Val di Fassa si raggiunge il rifugio Vajolet (vedi sopra) e da lì si prende la deviazione sul sentiero 542 che risalendo su un terreno di ghiaioni e roccette (in certi passaggi facilitato con funi metalliche) porta alla conca del Gartl e al rifugio Re Alberto Primo (dal rifugio Vajolet circa 50 minuti).

Sul versante altoatesino da Nova Levante con gli impianti si risale fino al rifugio Fronza alle Coronelle. Quindi dal Passo delle Coronelle si seguono i sentieri 550-541-542 fino al rifugio (3 ore circa).

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Quest’anno ci sono alcune accortezze in più da ricordare, anche per salire in rifugio.

Tieni a mente queste semplici indicazioni:

  • Chiama sempre prima il rifugio per prenotare (sia per il pranzo che per pernottare) e chiedi informazioni sulle regole da rispettare
  • Porta sempre con te mascherina e gel igienizzante
  • Indossa la mascherina quando ti viene indicato
  • Rispetta le distanze e i turni negli spazi comuni
  • Per dormire in rifugio porta con te sacco a pelo, federa, ciabatte, mascherina e gel igienizzante
  • Tieni conto che alcuni servizi potrebbero cambiare (per esempio servizio al bancone, o disponibilità di usare le carte da gioco del rifugio)
  • Sii paziente se non è tutto perfetto e aiuta i gestori!

 

Consigli e informazioni utili

Prima di intraprendere un’escursione in montagna è bene studiare l’itinerario utilizzando una cartina escursionistica, scegliendo con cura un percorso che sia alla portata di chi partecipa all’escursione.

Per pernottare o mangiare in rifugio è sempre consigliato prenotare in anticipo. Info sulle aperture su rifugidelcatinaccio.it

Durante tutte le tue escursioni rispetta la natura e l’ambiente che ti circonda, non disturbare gli animali, non raccogliere piante, fiori e rocce e non abbandonare rifiuti, portali sempre a valle con te.

 

 

 

Credits: per l’immagine di copertina Alessio Pellegrini (rifugio Antermoia), per la prima, quinta e sesta immagine del testo Andreas Tamanini, per la seconda immagine del testo Alberto Cont, per la terza immagine Genny @genny_click, per la quarta immagine Elisabetta Marconi, per la settima immagine Jessica Tabarelli.

Redazione

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