Tutti i numeri della diga di Santa Giustina

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I lavori di costruzione della diga di Santa Giustina in Val di Non, Trentino Alto Adige, si concludono nel 1951. È un’opera poderosa e di grande impatto che ancora oggi suscita molto fascino.

Dal progetto dell’ ingegnere Claudio Marcello, la cui realizzazione viene affidata alla società Edison, nasce un’opera imponente a cui hanno contribuito centinaia di lavoratori.

La diga di Santa Giustina in Val di Non, Trentino

La struttura della diga di Santa Giustina è costituita da un arco di più di 12 mila tonnellate di calcestruzzo alto 152,50 metri (all’ epoca della costruzione era la più alta d’Europa) con uno spessore alla base di 16,50 metri che si assottiglia gradualmente fino a 3,50 metri a livello del ciglio superiore.

Se si pensa alla sua funzione e alla pressione che deve sopportare, questa tipologia di sbarramento è relativamente sottile in rapporto all’ altezza, si potrebbe definire tra le tante opzioni una soluzione elegante.

Diversamente dalla diga del Vajont, arcuata anche in senso verticale (cioè una diga ad arco e a volta) la diga di Santa Giustina è costituita da un arco orizzontale il cui coronamento si sviluppa per 124 metri, che ai lati si appoggia direttamente alle pareti rocciose scaricando su di esse la pressione esercitata dall’ acqua del lago.

diga di Santa Giustina in costruzione 1948

La quota massima di invaso è di 530 metri s.l.m., mentre le operazioni di svaso possono portare il livello del lago fino alla quota minima di 445 metri s.l.m. Le opere di scarico sono tre: uno scarico di superficie, uno scarico intermedio e uno di fondo per una capacità complessiva di scarico di progetto di 1008 metri cubi d’acqua al secondo.

Lungo la parete della diga a valle ad intervalli di 15 metri di quota sono disposte delle passerelle che corrono lungo tutto lo sviluppo dell’arco.

diga Santa Giustina- scarico di mezzofondo in funzione - sezione tecnica

La realizzazione della diga di Santa Giustina

La realizzazione del lago di Santa Giustina, che ha preso forma con la costruzione della diga ha stravolto il paesaggio della valle, rivoluzionando non solo la prospettiva sul paesaggio ma anche la viabilità. Per sapere di più riguardo al lago e alla viabilità e ai territori sommersi, dai un’occhiata a questo approfondimento sugli antichi ponti sommersi del lago di Santa Giustina.

Nel 1943 per realizzare le fondazioni della diga viene scavata la roccia sia alla base che ai fianchi della gola del Noce, asportando circa 115 mila metri cubi di materiale.

Per realizzare lo sbarramento è stato prima necessario un complesso intervento di impermeabilizzazione della roccia dolomitica. Vengono eseguite numerose iniezioni di cemento nel sottofondo e nelle pareti rocciose: alla base della diga i fori sono stati spinti fino a 60 metri sotto il livello di fondazione, mentre sui fianchi della gola sono stati scavati tre cunicoli che si addentrano nella roccia fino a 100 metri da cui sono state realizzate iniezioni verticali e oblique.
In totale sono stati eseguiti 18 424 metri di fori e assorbiti 10 205 quintali di cemento.

diga di Santa Giustina - diaframma iniezioni- credit photo progettodighe.it

I lavori di costruzione vengono svolti nel dopoguerra e terminati nel 1951 per un totale di circa 10 milioni di ore lavorative. Contribuiscono alla realizzazione dell’opera centinaia di lavoratori, nonesi ma anche da fuori provincia.

Le condizioni di lavoro e di sicurezza erano molto diverse rispetto a quelle odierne e soprattutto in opere di questa portata avvenivano spesso incidenti, anche mortali. Nel cantiere della diga di Santa Giustina si verificarono 22 incidenti mortali e vi furono numerosi feriti.

diga di Santa Giustina in costruzione 1947 - credit photo progettodighe.it

Sette furono i nonesi deceduti, tra il 1941 e la fine dei lavori: Mario Lorandini di Segno (28 anni), Bruno Depero di Taio (37 anni), nello stesso giorno Bruno Kaisermann di Dermulo (19 anni) e Pio Valentini di Tassullo (27 anni), Cornelio Tarter di Dardine (21 anni), Angelo Rigotti di Ton (23 anni), Giuseppe Borz di Quetta (20 anni).

La centrale di Taio

La diga alimenta la centrale idroelettrica di Taio, in caverna a 16 metri sotto il livello del Noce. L’impianto con una portata massima di concessione di 66 metri cubi al secondo, sfruttando un salto di circa 151 metri, ha una producibilità media di 282 GWh.

La condotta forzata è una tubazione in acciaio dal diametro di circa 3 metri e mezzo, posta in una galleria percorribile lunga 151 metri. Le tre turbine Francis hanno una potenza massima unitaria di 35 MW per un totale di 105 MW. Una galleria di ben 325 metri permette l’accesso alla sala macchine.

L’impianto idroelettrico di Taio comprende il lago e la diga di Santa Giustina, la condotta, la centrale e la sala macchine.

Il gruppo Dolomiti Energia apre periodicamente i proprio impianti per effettuare visite guidate con scolaresche o gruppi organizzati.

LEGGI ANCHE: 3 cose da sapere sulla diga di Santa Giustina 

Per informazioni:

tel. 0464 456111
comunicazione@dolomitienergia.it

L’immagine della COVER è di ILoveValDiNon

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