Festa di San Romedio. Cos’è e perché vale la pena andarci

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Ogni 15 gennaio in Val di Non c’è la festa di San Romedio, un appuntamento da non perdere che ogni anno, in pieno inverno, anima il santuario a cui nonesi e non sono così tanto affezionati.

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Foto di Andreas Tamanini

L’eremo di San Romedio è per noi un luogo speciale, e se ci siete stati almeno una volta sapete esattamente cosa intendiamo. Questo suo essere speciale è, se possibile, ancora più evidente per la festa di San Romedio, un’occasione per vivere, scoprire e conoscere il santuario in un modo del tutto particolare.

La festa di San Romedio è un appuntamento che si ripete ogni 15 gennaio, il giorno in cui nel calendario dei santi si ricorda Romedio. Si tratta di un appuntamento particolare che non riguarda solo lo specifico giorno dedicato al santo, infatti, nei giorni precedenti la festa si celebrano alcune liturgie come quelle della tradizione del Perdon (perdono) alla Basilica dei Santi Martiri di Sanzeno.

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Foto di I Love Val di Non

Festa di San Romedio 14 e 15 gennaio 2024

La fiaccolata della sera del 14 gennaio parte dalla Basilica dei Santi Martiri di Sanzeno alle 19.30 e arriva all’eremo di San Romedio. Il cammino, che si fa illuminando la via con le torce, è di circa 3 chilometri e si svolgerà con delle pause scandite da momenti di riflessione su temi che riguardano anche il rapporto con l’ambiente.

All’arrivo, il Santuario sarà tutto illuminato da mille candele, ci sarà musica, poi tè caldo e vin brulè per tutti i partecipanti.
Per chi ne avrà necessità ci sarà la possibilità di tornare in pulmino.

Il giorno 15 ci saranno le tre messe, alle ore 9.00, alle ore 11.00 e alle ore 16.00 e il santuario sarà aperto.

Inoltre, fino alle 15.00 si potrà assaggiare il Pranzo del Pellegrino, un pasto della tradizione con protagonista la trippa.

Ci sarà un bus navetta gratuito per arrivare al Santuario a disposizione di chi non può affrontare il cammino dal paese al Santuario.

Per info

Basilica SS. Martiri tel. 0463 434134  – info@sanromedio.org
Pagina Facebook facebook.com/eremosanromedio 

Cammino nella notte per la festa di San Romedio

Immaginate. Attraversare a piedi il canyon di San Romedio illuminato dalla luce delle fiaccole. Un momento suggestivo e particolare, da vivere e da raccontare.

In pratica si tratta di ripercorre, e ciò è in effetti piuttosto suggestivo se ci si sofferma a rifletterci, quella stessa strada che Romedio aveva intrapreso intorno all’anno 1000 per raggiungere la rupe dove è costruito oggi il santuario, un modo quindi per scoprire o riscoprire il fascino dell’eremo e della sua storia.

Una volta arrivati al santuario il cammino si conclude con la salita dei 131 scalini, che consentono di raggiungere il punto più alto del santuario, la piccola basilica e il luogo dove Romedio ha trascorso il suo eremitaggio.

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Foto di Mary Pinamonti

La festa di San Romedio e il pranzo a base di trippa

La giornata di festa a San Romedio è un momento speciale per vivere il santuario in un modo unico, con un’atmosfera che solo quel particolare giorno crea. La festa infatti prevede anche un momento conviviale con un pranzo che tradizionalmente è a base di trippa.

Di solito già dal mattino è possibile arrivare al santuario (in questa occasione, come nei momenti estivi di grande afflusso è previsto un servizio di bus navetta per chi si fa intimorire dalla camminata o se si vuole essere certi di essere puntuali per partecipare a una delle messe celebrate) questo consente di organizzare la propria giornata con calma, vivendo momenti diversi.

Gustare in compagnia il momento conviviale, fare delle brevi passeggiate nei dintorni, cercare un angolo, uno scorcio singolare dal quale fare una foto, lasciarsi stupire dall’architettura ardita e unica del santuario, ma anche immergersi nei propri pensieri o abbandonarsi a riflessioni più intense e spirituali.

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Foto di Luigi Cristoforetti

Credits: per l’immagine di copertina Massimo @strang_ , per la prima immagine del testo Andreas Tamanini, per la seconda I Love Val di Non, per la terza immagine nel testo Mary Pinamontiper la quarta immagine Luigi Cristoforetti.

Redazione

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